I punti di misura
Da quando escono dalle fabbriche di produzione, fino al momento del consumo o della somministrazione, i prodotti deperibili sono immagazzinati in luoghi molto differenti tra loro, spesso a temperature inferiori a 8 °C.
Grandi celle frigorifere, criostati, congelatori, frigoriferi e contenitori per il trasporto hanno comportamenti termici molto differenti tra loro e quindi devono essere monitorati con modalità diverse.
Anche i prodotti che possono essere conservati nei magazzini a temperatura ambiente, hanno la necessità di essere mantenuti al di sotto di livelli di sicurezza; ad esempio i prodotti farmaceutici devono essere stoccati al di sotto di 25 °C, temperatura che nel periodo estivo non sempre è facile da garantire.
Magazzini
Le merci stoccate a temperatura ambiente nei magazzini hanno talvolta dei requisiti che devono essere garantiti per tutto il tempo della loro permanenza. Gli elementi in questi casi da tenere in considerazione sono molteplici, non solo la superficie del magazzino, ma anche la sua altezza o, meglio, l’altezza massima a cui sono tenuti i prodotti. Non da meno, si devono analizzare le posizioni delle finestre e dei lucernari che possono scaldare molto zone specifiche in alcune ore del giorno.
Si deve poi fare attenzione a quei magazzini dotati di soppalchi che hanno in genere comportamenti termici molto differenti dal resto dell’ambiente.
Non c’è quindi una formula per calcolare il numero di data logger da mettere in un magazzino; come criterio di base si potrebbe pensare di averne uno ogni 400 m² ÷ 500 m², se i prodotti sono ad un’altezza inferiore a 6 m, raddoppiarli in caso contrario mettendone altrettanti in quota (utili sono i data logger con sonde collegate all’apparecchio con cavi molto lunghi). Se ne deve poi aggiungere un altro per ogni finestratura del magazzino per tenere sotto controllo il riscaldamento dovuto all’irraggiamento.
Celle frigorifere o di congelamento
Nei magazzini industriali le celle frigorifere o di congelamento possono avere delle dimensioni considerevoli, il numero di punti di misura deve quindi essere proporzionale al loro volume.
In letteratura non esistono delle prescrizioni specifiche, ma può essere di buon senso avere un punto di misura ogni 50 m³ ÷ 80 m³ nelle celle a temperatura superiore a 0 °C e ogni 30 m³ ÷ 50 m³in quelle a temperatura inferiore a 0 °C.
Un numero di punti di misura inferiore può essere preso in considerazione solo a fronte di considerazioni tecniche sull’impianto di raffreddamento e sull’isolamento della cella rispetto all’ambiente esterno.
Criostati a -80 °C
All’interno degli apparecchi che devono mantenere i prodotti a temperature molto basse si generano naturalmente dei gradienti molto alti che frequentemente possono superare i 10 °C/m. Ciò è dovuto principalmente al formarsi di importanti strati di ghiaccio sulle pareti a causa dell’umidità ambientale che entra nel criostato soprattutto all’apertura delle porte. Come è noto, il ghiaccio è un ottimo isolante e, quindi, ostacola l’uniforme diffusione del freddo nell’ambiente, creando così notevoli differenze di temperatura anche in punti tra loro vicini.
Nelle apparecchiature che operano a temperature inferiori a -50 °C è quindi necessario avere come minimo due punti di monitoraggio, posizionati nei punti più critici; un numero superiore è comunque da valutare nel caso di volumi superiori a 1 m³ o in situazioni particolarmente complesse.
Da un punto di vista gestionale, si deve anche tenere conto che nei criostati capita spesso che la quantità di ghiaccio che si è formata all’interno impedisca di raggiungere le temperature impostate e, quindi, si debba procedere allo sbrinamento completo dell’apparecchio per riportarlo nelle condizioni operative.
Congelatori
Sebbene in misura decisamente minore, il problema dell’uniformità termica all’interno degli apparecchi che operano alle temperature tra -30 °C ÷ -15 °C deve essere valutato e opportunamente gestito.
In genere per i congelatori con volumi inferiori a 2 m³ può essere sufficiente un unico punto di misura, se posto in una posizione adeguata; un numero maggiore può essere preso in considerazione per volumi maggiori o in situazioni particolarmente critiche.
Frigoriferi
In genere le temperature all’interno dei frigoriferi che operano tra 2 °C ÷ 8 °C sono sufficientemente uniformi da poter avere un unico punto di monitoraggio della temperatura, purché posto in una posizione rappresentativa, in genere al centro del volume. Solo nel caso di volumi superiori a 2 m³ si può valutare di aggiungere un ulteriore punto di misura.
In alcuni casi, specialmente quando gli apparecchi sono datati, le temperature oscillano con ampiezze molto alte e con frequenze di numerosi cicli all’ora. In queste circostanze, può essere utile effettuare la mappatura della camera e, nel caso, aggiungere un secondo data logger da posizionare in uno dei punti critici.
Contenitori per il trasporto
Ogni singolo contenitore deve avere un punto di monitoraggio indipendente, in modo da permettere la completa tracciabilità della Catena del Freddo anche durante il trasporto. In genere i contenitori non hanno volumi particolarmente grandi e, quindi, è sufficiente un unico punto di monitoraggio.